Hansel-Gretel

Hansel e Gretel sono fratelli. Di più, sono gemelli. Hanno entrambi 45 anni, ma lei li porta meglio (vedi immagine) perché è ancora signorina, detto alla Vittoriana e pure un filo libertina, come sostiene mammà.

A un certo punto delle rispettive esistenze, succede che Hansel divorzi.

Solo e senza casa, con gli alimenti da pagare, è costretto a tornare a vivere con i genitori e la sorella in un trilo di Lambrate, al quarto piano no ascensore.

Nel giro di poco, la tensione in casa Grimm sale. I rapporti con i genitori non sono mai stati granché, specie da quando provarono ad abbandonarli nella foresta. Allora, qualcosina si era rotto.

Pensando di dividere le spese, i due gemellini cercano casa. Tramite uno studio associato di agenti immobiliari in franchising planetario, trovano una magione che sembra fare al caso loro.
Non troppo piccola, non troppo grande, non troppo in centro e non troppo in periferia. Tra l’altro in saldo: ha le pareti di marzapane e a quanto pare, i topi dei boschi ne sono ghiotti. Ma nessun problema, gli agenti dicono che compreso nel prezzo della casa c’è anche il vaccino per tifo e paratifo.

Poco prima del rogito, salta fuori che la casa era in un trust immobiliare posseduto guarda il caso, da quella strega dell’ex moglie di Hansel. La commissione all’agenzia era sì stata versata, ma l’agenzia non aveva fornito le visure.

La casa era posseduta e nessun esorcista poteva farci niente: Hansel e Gretel erano disperati.

Alla luce dei fatti sin qui narrati, caro lettore, hai non uno, ma ben due finali alternativi. Un primo drammatico, in puro stile Tarantino, molto splatter. Un secondo alla Happy Days in chiave moderna.

Clicca Qui per le atrocità e il terrore.
Qui per l’happy ending.

 

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