Si chiedeva il drammaturgo shakerando le sue lance, e a un soffio dall’apertura del ventennio, ce lo domandiamo anche da qui, su questa pagina che da tanti anni, ogni venerdì mattina, ci racconta.

Essere o non essere un Property Finder?

Essere o non essere un Property Finder in un mercato immobiliare come questo e mai come oggi incerto, incasinato, pieno di trappole, e popolato di clienti consapevoli e colleghi (in corsivo, NdR) che non fanno onore alla categoria?

Essere un Property Finder significa prendere decisioni difficili, e per riuscirci non basta un bollino, un corso, o decine di libri sul tema, perché il Property Finding non è una certificazione e non è un certificato.

Il Property Finding è un approccio, non una panacea che mette i clienti in fila davanti alla vetrina. Anche se qualcuno, come noi, ha un marchio, essere un Property Finder non è un sistema per vendersi, ma un modo specifico di lavorare, di scegliere per chi cercare immobili, di dire un sacco di no.

Essere un Property Finder richiede una volontà specifica, molto specifica, che deve sommarsi a qualità altrettanto precise:

  • servono competenze nel settore e anni di esperienza in diversi contesti;
  • serve una conoscenza maniacale del proprio territorio (perché Milano non è Venezia, e i clienti che cercano casa a Punta Ala hanno bisogni diversi da quelli che la vogliono a Torino);
  • servono doti empatiche per avere a che fare con una clientela preparata;
  • servono relazioni con gli altri professionisti del Real Estate;
  • serve una predisposizione naturale;
  • e servono attitudini manageriali di lungo corso che nessun bollino può garantirti.

Per noi la risposta alla domanda “essere o non essere un Property Finder” è sì: noi siamo Property Finder. Non ci limitiamo a raccontarlo. Per noi di DESIDERAre il Property Finding non è neanche un’opzione: è il migliore e forse l’unico modo per soddisfare davvero i nostri clienti.

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