Prendi una sera a cena. Prendi qualche bicchiere di vino. Prendi un team di Property Finders con un glorioso passato da agenti immobiliari.

Soggetto: l’appuntamento più strano che ti sia mai capitato.

Svolgimento: è tutto vero. (Purtroppo. O per fortuna?)

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PERDITEMPO OFFRESI

Ormai lavoravo a tempo pieno in quell’agenzia da quasi sei mesi, quando un collega mi prese da parte, mi offrì una sigaretta, e mi chiese se fossi interessato ad un Pacchetto Perditempo.

Non avevo idea di cosa fosse.

Mi spiegò: una squadra organizzata di cinque persone che camuffando la voce arrivavano a prenotare fino ad una trentina di appuntamenti fittizi per ignari proprietari che avevano messo la casa in vendita tramite annuncio su un giornale (all’epoca internet non era così diffuso). Dopo un paio di settimane avrei dovuto chiamare il poverino, offrendo i servizi dell’agenzia tra cui la nostra funzione di schermatura dai perditempo.

Trovai geniale l’elenco dei personaggi, tra cui la manager rampante, il tossico molesto e la mamma single con storia lacrimosa. Novanta euro, tutto incluso.

Non gli chiesi mai più nemmeno una sigaretta.

LA LEVA CALCISTICA

C’è questa signora anziana che vende un appartamento con una certa fretta. Al telefono mi racconta che deve dare liquidità a uno dei figli in procinto di trasferirsi oltre oceano. Primo piano, con terrazzino affacciato sulla corte interna vicino a un parco di periferia, basso Lazio.

La incontro e le chiedo subito se la casa abbia particolari problemi. Lei: «Signurì, nessuno, la casa è perfetta. Ci sta solo ogni tanto l’impiccio che i ragazzi del cortile lanciano il pallone sul terrazzo e bisogna restituirglielo.»

Questo potrebbe creare fastidi ai primi potenziali acquirenti, professionisti entrambi, lavoratori tutto il giorno. Serve un sistema, le dico, per evitare l’impiccio. Va trovato quanto prima, le spiego.

«No, dottoré, ma noi abbiamo già risolto. Se non c’è nessuno in casa i ragazzi tengono le chiavi.»

La abbraccio forte,  e me ne vado, passando il resto del pomeriggio a ridere fino alle lacrime.

L’INDECISO

Era quasi sera d’estate. Passo davanti un palazzo storico in una zona di pregio. Scorgo il cartello VENDESI appeso vicino una vecchia portineria sbarrata. Ero in ritardo per un appuntamento, così passo dritto, con il proposito di ritornare il giorno dopo a prendere numero e info.

Il giorno dopo ci faccio un salto prima di andare in agenzia, ma il cartello è scomparso. Una settimana dopo sono in zona per caso. Il cartello c’è. Ma io sono in macchina con una cliente e non c’è parcheggio vicino.

Ripasso il giorno dopo e non c’è più.

Un mese dopo, ancora il cartello. Impazzisco: fermo l’auto in doppia fila, blocco mezza città, accendo le frecce di emergenza e scappo dentro. Prendo il numero e chiamo subito, dall’auto. La curiosità mi ammazza, devo sapere, penso.  Il proprietario, persona distintissima dal tono di voce, mi dà un appuntamento a breve. Resisto alla tentazione di chiedergli del cartello fantasma e accetto l’incontro.

Il giorno prefissato mi presento. Terzo piano. Un omino canuto e scheletrico, ben vestito, mi apre una doppia porta che dà direttamente in un salone interamente di marmo, stile Liberty, con un lampadario che da solo avrebbe illuminato un teatro di inizio ‘800. Fatte le presentazioni, il signore mi invita ad entrare e io faccio due passi oltre la soglia.

L’omino mi squadra, si gira verso il salone, guarda verso un tavolino nell’angolo (una foto?), fa un sospiro e si volta verso di me: «Mi spiace, non è più in vendita. Grazie, arrivederci.»

IL FANTASMA

Questa è assolutamente vera, e ho una testimone. Io e una collega siamo a Bologna per una valutazione. Il locatario ha l’incarico di far entrare agenti e potenziali acquirenti. Nella descrizione degli ambienti, per telefono, era stato molto vago, nelle risposte contraddittorio. Forse per scoraggiarci.

«No, no, l’appartamento è bello, comodo, centrale. Ha solo qualche problema alla scala interna e il fatto che la moglie del proprietario fu trovata morta in cucina, quattro anni fa, all’improvviso.»

La mia collega tenta di rassicurarlo: «Purtroppo, succede. Ma questo di solito non pregiudica la valutazione…»

«No, il problema è che qualche volta ritorna. Di notte.»

La casa fu poi comprata da un nostro cliente, single di una certa età, come abitazione principale. Ogni volta che lo vedo gli chiedo come sta la Signora, ma lui dice che non ha ancora avuto il piacere di incontrarla.

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