L’orologio ticchetta veloce.
Tic-Tic-Tic-Tic.
Il tempo è più scattante del normale, come i battiti quando la tensione sale, quando corri, quando hai paura.
Nel bell’ufficio le persone lavorano con calma placida. Non si sentono i rumori, nonostante  sia in pieno centro, con il traffico dell’una. Una sirena entra dagli infissi, ogni tanto.
Andy batte il piede sul marmo, il tac-tac delle sue Louboutin risuona per la stanza.
Una delle segretarie alza lo sguardo oltre gli occhialini rosa, dalla montatura spessa.
Andy si dà una controllata e smette di battere.
– Ma sei sicuro che questo sia il posto giusto? – chiede.
– Te l’ho detto, Andy, dovresti farmi un monumento…
Di nuovo il silenzio, solo qualche dito sulla tastiera.
– Ma quando arriva tua cugina?
– Mia che?
– Tua… cugina.
– Ma… che c’entra mia cugina?
– Tu hai detto che avevi trovato chi poteva aiutarmi con la ricerca della casa perfetta, e io ho pensato che queste cose, di solito, le risolve cugino o una cugina. Non è quella che lavorava in banca che due anni fa che mi…
– Ma quale mia cugina?! Cara, tu hai bisogno di uno bravo…
– Ehi! Come ti permetti?
– … mi riferivo a un professionista del real estate. Non puoi affidarti al primo che capita.
– Un professionista? Oddio no, non dirmi che mi hai portato…
– Esatto, sono proprio loro, i…
– Un’agenzia immobiliare! No! Per l’amor del cielo, così non mi aiuti, mi fai solo perdere tempo! Te l’ho detto che le agenzie immobiliari non mi ascoltano perché la casa mica è per me, e se dessero retta a tutte le assistenti che chiamano per Miranda o per le Miranda del mondo intero non batterebbero un chiodo. Tu chiami e già ti vergogni come una ladra e dici: “Buongiorno cerco una casa bellissima, solo che non è per me, ma per il mio capo, e non ho idea di come la voglia”. Allora i più gentili, quelli più zen, provano a farti domande, ti chiedono, che ne so, “quante stanze?” e tu spari un numero che pensi possa avere senso ma no, non sei sicura, dici quadri e penta, e parole come luxury, charme, perché luxury e charme sono termini che lei, il tuo capo, adora e di là dal telefono capisci che chi ti ascolta sta ridendo di te, o prova pena, capito, pena, che è peggio di compassione… molto molto peggio.
Andy, fa per alzarsi, arraffa la Birkin e la giacca tre quarti di Mark Jacobs. Le cade il telefonino, per fortuna sul tappeto.
– Aspetta! Calma, siediti!
– Ma come calma? Allora non mi hai ascoltato! Cosa sei, sordo?
– Andy io…
– Non voglio un’agenzia immobiliare. Anche ne trovassi una da sogno, una di quelle da manuale, non riuscirebbe comunque ad aiutarmi. Non in questo caso, non con lei come capo.
– Miranda?
– Miranda, certo! Lo sai, almeno, che non mi parla? Che quando mi dà ordini dice “Hai finito?” o “L’hai trovato?” senza mai e dico mai specificare cosa dovrei avere finito o cosa dovrei aver trovato… Che qualunque cosa io faccia o fa schifo, oppure non va mai abbastanza bene, mai, capito? Mai! E lo sai qual è la cosa peggiore? …Che ho scelto io di andare a lavorare per lei, io, capito? Mi sono fatta infinocchiare dai desideri altrui, dalla carta patinata delle riviste, dal fascino indotto dal suo nome, dal ruolo, dalla sua potenza e lo sapevo, lo sapevo subito che sarebbe stato un inferno, ma ho detto di sì, illusa! Ho detto di sì perché credevo che prima o poi, grazie al suo nome, avrei fatto carriera.
Andy iperventila. Lui le sistema la poltrona dietro, e la aiuta a sedersi di nuovo. Prende un bicchiere d’acqua dalla scrivania.
Andy sorseggia.
– Mh. Ha un sapore strano quest’acqua chissà da dove…
– Acqua al cetriolo.
– Cetriolo? Scusa? Come nelle Spa?
– Esatto.
– Questo vuol dire che…
– Esatto, Andy, vuol dire che non siamo in un’agenzia immobiliare. Qua è un’altra cosa. Qui sono attenti ai clienti. Niente caffè in cialde preparato nel bagnetto.
– Ma… ma dove siamo?
– Cara, capisco tu sia stressata, ma te l’ho detto prima: tu non hai bisogno di perdere altro tempo. Siamo venuti dagli unici professionisti che vale la pena di contattare: i Property Finder.
– I Property Finder? Li ho sentiti ma… credevo fosse solo un nome più cool per dire “agenzia immobiliare”.
– No, sono un’altra cosa. Fanno un altro mestiere. Chi lavora in agenzia deve provare a venderti una delle case gestite dall’agenzia, diciamo la migliore che riesce a trovarti. I property Finder, invece, lavorano per te e solo per te: hanno l’unico compito di trovare la casa perfetta, proprio come la desideri!
– Ma… è proprio quello che mi ha chiesto lei…
– E secondo te io perché ti avrei portato qui?
Entra una donna alta, bellissima, elegantissima. Ha un che di morbido nella postura, come se avesse appena finito un’ora di meditazione zen. Ha un buon profumo, appena un accenno. La sua stretta di mano è sicura, la mano asciutta di sudore.
Andy, per la prima volta da quando Miranda le ha affidato quell’incarico maledetto, si lascia cadere sulla poltrona.
– Allora, cominci con il raccontarmi qualcosa della personalità del suo capo…
– Mi scusi, mi scusi – la interrompe Andy, con lo sguardo già altrove – ma quasi quasi… mi trasferisco io. Pensavo un posto tipo l’Italia… Avete una sede anche lì?
– Beh, guardi, il nostro gruppo no, ma mi hanno detto che quelli di DesideraRe sono i migliori.
– Contatto loro allora. Grazie e arrivederci!
Lui la guarda perplesso.
– Ma… e la casa di Miranda?
– Sono stufa di cercare case per altri. Adesso la voglio io la casa dei miei sogni!

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